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Alopecia androgenetica nelle donne e cause

L'alopecia androgenetica riconosce un'eziologia multigenica e multifattoriale; questo indica un meccanismo ereditario che riguarda un mosaico di geni ma che dipende anche da altri fattori (incidenze) che possono avere un ruolo concausale: variazioni del peso, ipotiroidismo, stati di stress, disturbi dell'alimentazione ecc.
Il termine Alopecia Androgenetica è stato coniato da Ludwig nel 1962 ed indica i due maggiori fattori patogenetici della malattia, vale a dire gli ormoni androgeni e l'ereditarietà.
L'alopecia androgenetica è indotta dall'azione degli ormoni androgeni su soggetti geneticamente predisposti.
Tale condizione si trasmette con caratteristiche di poligeneticità ed interessa uomini e donne.
La calvizie nelle donne può divenire un problema molto importante e "invalidante" per chi ne soffre, specialmente se si svolge una professione in cui l'aspetto fisico è importante e / o ci si deve interfacciare con un pubblico.
Nelle donne l'alopecia androgenetica si presenta in genere tra i trenta ed i quarant'anni (rispetto ai venti-trenta anni degli uomini). I problemi dei capelli possono cominciare ad iniziare in coincidenza di un cambiamento ormonale come l'assunzione o la sospensione di un contraccettivo, nel post parto, in periodo perimenopausale o postmenopausale oppure in conseguenza di una sensibile variazione ponderale. La recessione frontoparietale avviene comunque al momento della maturazione sessuale nell'80% delle donne (come nella maggior parte degli uomini) e spesso in concomitanza con l'assunzione di un estroprogestinico orale (che può non essere estraneo a questo) ed è generalmente molto meno evidente di quella maschile. La presenza di una recessione frontoparietale profonda è però probabilmente correlata con una maggiore produzione di testosterone piuttosto che con l'accentuata conversione di questo in diidrotestosterone. In entrambi i sessi l'area a rischio è l'intera parte superiore del cuoio capelluto ma nelle donne, a differenza dei maschi, si ha generalmente una diffusa perdita di densità di tutta la capigliatura, anche se più evidente nella zona del vertice. Si determina così una diminuzione ovalare della densità dei capelli nell'area centrale del cuoio capelluto dietro la frangia frontale conservata. Questo conservarsi dell'attaccatura frontale è un'altra differenza tipica tra l'alopecia androgenetica femminile e maschile.
Erich Ludwig divise l'alopecia androgenetica femminile in tre stadi basati sulla densità dei capelli (1977).

Le donne del primo gruppo costituiscono la grande maggioranza e la perdita di capelli può essere avvertita solo paragonando la densità sulla sommità del cuoio capelluto con quella dell'occipite. Il secondo gruppo raggiunge un diradamento maggiore e meno mascherabile. Le donne del terzo gruppo sono più rare e, come quelle che in periodo premenopausale sviluppano una alopecia a pattern maschile con profonda recessione frontale, richiedono un accertamento endocrinologico per un potenziale stato androgeno patologico. Anche nello stadio III di Ludwig tuttavia, a differenza del maschio, l'area non è mai completamente calva e persistono molti capelli "normali" insieme ai miniaturizzati. Sulzberger, Witten e Kopf per primi riportarono alcune importanti osservazioni cliniche: nelle donne con "alopecia diffusa" i capelli sono diventati più sottili, la capigliatura meno densa e talvolta più untuosa. Soggettivamente i capelli sono meno trattabili cosmeticamente. Altri sintomi riferiti dalle pazienti sono: "fragilità, formicolio, sensazione di pelle d'oca, bruciore, prurito ed una spiacevole ipersensibilità del cuoio capelluto". L'incidenza dell'alopecia androgenetica nelle donne è stata valutata tra l'8 ed il 25%, ma questi calcoli possono aver escluso i soggetti con diradamento leggero e facilmente camuffabile. Nelle donne, una diminuzione della densità di capelli diventa spesso visibile dopo la menopausa e può essere associata ad un'ulteriore recessione biparietale. Non è oggi chiaro se questa perdita di capelli postmenopausale sia dovuta all'alopecia androgenetica. Sembrerebbe collegata ai cambiamenti ormonali causati dall'anovulazione e dall'insufficiente sintesi di estrogeni e/o progesterone. Anche il fatto che la ghiandola surrenale vada incontro a dei cambiamenti nella produzione androgena delle donne dopo i cinquanta anni può avere un ruolo in questa perdita di capelli. Resta da comprendere con esattezza come tutti questi dati siano in connessione.

 

 

Ma ... esiste davvero l'alopecia androgenetica femminile?

 

L'alopecia androgenetica è il risultato di un processo combinato androgeno-dipendente e di una trasmissione genetica.
É ormai comunemente accettato che l'alopecia androgenetica maschile è associata ad un aumento dell'attività della 5-alfa-reduttasi, con incremento locale della produzione di diidrotestosterone, oppure ad una maggiore sensibilità locale all'azione del DHT. Questo è stato dimostrato principalmente, se non esclusivamente, negli uomini e poi, riteniamo impropriamente, esteso alle donne.

L'incremento dell'attività 5-alfa-reduttasica o della sensibilità locale al DHT spiega la ben nota efficacia degli inibitori della 5-alfa-reduttasi.
Il meccanismo attraverso il quale dall'aumento del diidrotestosterone locale si arriva alla miniaturizzazione e poi alla perdita dei capelli non è affatto chiarito. Personalmente riteniamo che la chiave per comprendere il processo di miniaturizzazione sia nella produzione locale di ormoni durante il catagen.
Comunque, se si considera il processo di calvizie come androgeno dipendente, l'alopecia androgenetica deve essere limitata alle sole aree recettrici degli androgeni. Nel cuoio capelluto questi recettori sono stati individuati solo nell'area frontale e nel vertice, e non nell'area temporale ed occipitale. In effetti negli uomini è così e l'alopecia androgenetica si presenta solo in queste zone, mentre nelle donne la caduta dei capelli è raramente localizzata a queste sole aree, anche quando con l'avanzare dell'età vi sono ampie zone calve.

Inoltre i livelli ormonali degli androgeni nella donna sana sono sempre molto più bassi di quelli presenti nel maschio. Anche il maschio in terapia con finasteride ha livelli di DHT circa 10 volte superiori a quelli della donna con alopecia, il che la fa malamente definire come "androgenetica".

In sostanza gli inibitori della 5-alfa-reduttasi appaiono inefficaci nelle donne.
Dosi farmaceutiche di estrogeni (gravidanza, contraccezione) hanno spesso un effetto benefico su molti casi di alopecia probabilmente attraverso meccanismi non anti-androgeni. Dosi farmacologiche di estrogeni, di solito associate ad agenti antiandrogeni simili al progesterone, vengono ampiamente usati, nella alopecia femminile, con buoni risultati che tuttavia non sono stati provati da trial clinici. È importante anche precisare che la papilla dermica ha un'aromatasi, specificamente nell'area occipitale, la cui funzione non è stata ancora ben definita nell'ambito dell'alopecia femminile.
Nelle donne, fatta eccezione per qualche raro caso di anomala produzione ormonale surrenalica o ovarica per difetto enzimatico o per tumore secernente, l'alopecia appare molto diversa da quella maschile ed i meccanismi appaiono differenti ed, anche se non ancora del tutto chiariti, quasi sempre assimilabili a quelli del telogen effluvio cronico o ad una situazione da carenza locale di estrone.
I casi di quelle ragazze con capelli fini e diradati su tutto il cuoio capelluto (ma più sul vertice e nella zona frontale) con la madre (spesso) nelle stesse condizioni ma con mestruo e fertilità normale, senza eccesso di androgeni circolanti ed in cui non è possibile reperire chiari elementi clinico laboratoristici che ci facciano deporre per un telogen effluvio ci fanno pensare a una resistenza periferica familiare del follicolo alla azione degli estrogeni (deficit di 17 steroido ossidoriduttasi, aromatasi, 3 alfa riduttasi). Sono cioè alopecie carenziali!

Soluzioni

 

Parrucche

E' sicuramente una delle più comuni; tuttavia quelle di buona qualità hanno generalmente un prezzo abbastanza alto e inoltre molte donne non riescono a indossarle
Extensions: in caso di zone diradate; ma è sempre una "soluzione" temporanea ed opinabile soprattutto dal punto di vista igienico-sanitario.

 

Farmaci

Alcune donne assumono dei farmaci per contrastare la caduta dei capelli; tuttavia gli effetti collaterali possono essere numerosi quindi è sempre bene valutare un'alternativa.
Questo causa un indebolimento del follicolo che genera capelli sempre più sottili sino a determinare il completo "decesso" del follicolo che ad un certo stadio non è più in grado di produrre capelli.

TrapiantoAlcuni ricercatori hanno attestato che solo il 2-5% delle donne può sottoporsi a un trapianto di capelli, in quanto solo una bassa percentuale di esse presenta il tipo di capelli ideale a un trattamento di questo tipo.
La perdita di capelli nelle donne si manifesta soprattutto attraverso un diradamento abbastanza generalizzato, anche nelle zone laterali e sul retro della testa, aree che sono utilizzate come "siti donatori" nei trapianti praticati sugli uomini.
Negli uomini i siti donatori sono definiti "stabili" e questo perché in queste zone i follicoli non sono influenzati dal diidrotestosterone; ne consegue che negli uomini si può procedere senza problemi al prelievo di follicoli da trapiantare in altre aree della testa.
Nelle donne, invece, i siti donatori sono instabili, in quanto anche queste aree possono soffrire di un deciso assottigliamento dei capelli, rendendole quindi non idonee al prelievo. Oltre a questo le donne che soffrono di perdita di capelli mantengono nella maggior parte dei casi la naturale linea frontale, e richiedono quindi un trattamento di infoltimento dei capelli anche nella parte posteriore e superiore della testa.

 

 

Perchè scegliere la SMP – Tricopigmentazione per le donne

 

La Scalp Micro Pigmentation detta anche Tricopigmentazione Permanente o Semi-Permanente è la soluzione ideale per le donne affette da alopecia in quanto grazie a questo trattamento è possibile ridurre il contrasto e le trasparenze prodotte dal diradamento, ottenendo immediatamente l'illusione ottica di un infoltimento capelli molto realistico.
A differenza dei correttori cosmetici a uso giornaliero, questo sofisticato trattamento può avere non solo una durata permanente o semi-permanente, a seconda della scelta, ma consente di ottenere un risultato decisamente più naturale. Inoltre, non richiede applicazioni quotidiane, non crea disagio e garantisce al paziente una maggior sicurezza rispetto ai cosmetici tradizionali.

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